Le dinamiche demografiche
In Italia la popolazione con più di 65 anni entro il 2060 supererà il 30%.
La struttura del patrimonio edilizio, in Italia l’80% degli anziani vive in case di proprietà che, in 7 casi su 10, hanno più di mezzo secolo di vita e non corrispondono più agli attuali standards edilizi. In gran parte si tratta di unità edilizie progettate per nuclei familiari di 4 o 5 persone in cui ormai ne vivono 1 o 2 soltanto.
La crescente spesa che i singoli sono costretti a sostenere per le politiche di welfare a favore degli anziani impongono una riflessione sulle soluzioni possibili per non rendere drammatico l’invecchiamento e le sue naturali manifestazioni.
A tale proposito, lo Spi Regionale, nella bozza di documento sulla non autosufficienza, recentemente prodotto, sul tema dell’abitare individua le seguenti azioni:
- promuovere politiche volte alla riqualificazione delle
abitazioni per renderle idonee alla vita degli anziani sia sotto il
profilo strutturale, sia con riferimento all’introduzione di
specifiche tecnologie; - incentivare l’esperienza del co-housing, anche attraverso il
partenariato con gli enti locali, definendo, nel contempo,
standard regionali a cui far riferimento; - utilizzare lo strumento dell’Isee per i contributi rivolti alla riqualificazione delle abitazioni, alla definizione degli affitti e alle situazioni di “sollievo”;
- favorire la creazione di sportelli distrettuali/comunali in grado di fornire informazioni e consulenza nella ristrutturazione delle abitazioni degli anziani;
- costituire a livello di Ambito Territoriale Sociale un gruppo
di lavoro che favorisca le politiche di co-housing,
intercettando anche le risorse messe a disposizione
dall’Europa.
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Glossario
La dimensione dell’abitare deve rivestire un valore decisivo nella progettazione delle nuove politiche sociali.
“La casa è un luogo, l’abitare è un processo che ha a che vedere con socialità, significati e relazioni”
(Scortegagna, 2013)
Questo processo si sviluppa nei territori, in un “intorno” che può esprimere facilitazioni o barriere alla piena espressione di sé. Giuseppe Micheli, demografo presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Milano-Bicocca, sottolinea la priorità di modelli di azione utili a valorizzare la plasticità delle persone, intesa come:
“Capacità di riorganizzare diversamente la propria vita di fronte a un punto di crisi, di riadattarsi al mutare delle situazioni da fronteggiare”
(Micheli, 2004)
Abitare inteso in senso ampio, coinvolgendo dimensioni e spazi che oltrepassano le mura fisiche dell’abitazione.
Disabilità
Si intende un impotenza funzionale che può coinvolgere le capacità motorie, sensoriali, intellettive e psichiche; spesso è correlata a fragilità e vulnerabilità.
Fragilità
La ridotta capacità di un individuo o un sistema di resistere a eventi incerti o situazioni di stress che possono comprometterne l’equilibrio.
Vulnerabilità
Rappresenta una condizione ordinaria e persistente che espone il soggetto a un rischio specifico in assenza di adeguate risorse o protezioni individuali e/o sociali. (Ires 2025)
Il Piano Nazionale della Cronicità 2024
Individua la fragilità nella presenza di una malattia cronica e la vulnerabilità come il rischio di andare incontro in seguito ad essa ad altri eventi indesiderati.
La disabilità può evolvere nella non autosufficienza qualora le condizioni dell’individuo siano tali da non consentirgli di compiere attività di vita in autonomia; si tratta spesso di un processo graduale, indotto anche da fattori socio-economici e strutturali.
La capacità di compiere attività di vita e di provvedere alla propria cura vengono rilevate attraverso specifiche scale di valutazione.
La loro interpretazione consente di predisporre piani di cura personalizzati (P.A.I.), finalizzati al recupero delle abilità residue della persona e al suo reinserimento sociale.
Le attività della vita quotidiana (in inglese Activities of Daily Living, ADL) sono le azioni che un individuo adulto compie in autonomia e senza il bisogno di assistenza per sopravvivere e prendersi cura di sé.
Esse vengono classificate come segue:
IADL
Instrumental activities of daily living crescenti difficoltà nelle attività strumentali che garantiscono la completa ed autonoma gestione delle proprie esigenze
AADL
Advanced activities of daily living
compromissione delle attività più importanti per la socialità o l’espressione di sè;
BADL
Basic activities of daily living limitazioni più
sostanziali nella gestione quotidiana delle proprie
necessità di base
Il cohousing (coabitazione) è caratterizzato da residenze di dimensioni ridotte e dalla condivisione degli spazi comuni.
Questo nuovo “modo di abitare” nasce in Danimarca negli anni ’60, quando Jan Gødmand Høyer, architetto danese, si adopera per la creazione della comunità di Skråplanet.
Esistono tratti comuni che delineano questo modello abitativo.
Il cohousing, solitamente, è il risultato dell’iniziativa di coloro che desiderano creare una comunità per realizzare un progetto di coresidenza.
Una costante nel cohousing è la presenza di ampi spazi e servizi comuni per ottenere i vantaggi della condivisione, preservando al tempo stesso l’individualità e la privacy di ognuno.
La progettazione del cohousing coinvolge attivamente i futuri abitanti, che partecipano alla definizione degli spazi comuni e alla decisione su come gestirli — un processo che contribuisce a rendere i cohousers una comunità ancor prima di abitare insieme.
La gestione delle comunità di cohousing è locale e democratica. Questa struttura organizzativa favorisce la partecipazione e la responsabilità condivisa.
Il cohousing si basa su tre pilastri principali:
- La sostenibilità ambientale;
- La sostenibilità sociale;
- La sostenibilità economica.
Nomisma monitora lo sviluppo del cohousing che sta assumendo le seguente caratteristiche:
- strutture in quartieri centrali di città capoluogo;
- bilocali di 50-60 metri quadrati, con il 10% delle superfici desti-nato a spazi comuni;
- una quota di residenze stinata a uso temporaneo (post-ricoveri, soggiorni di familiari);
- servizi di base (reception, piscina, palestra, ristorante);
- servizi opzionali (cura della casa, assistenza, trasporti);
- cohousers con un reddito medio annuo tra i 20 e i 30mila euro.
Politiche sociali relative per gli anziani
L’elaborazione sperimentale del concetto dell’arco di vita rimanda a tre linee-guida per i servizi di nuova generazione:
1 Plasticità:
Perché l’invecchiamento è un percorso e non uno stato; è un evento dinamico e in progressione, che richiede strategie e soluzioni di supporto perennemente adattabili.
2 Variabilità:
Gli Anziani non sono una categoria, infatti rappresentano un intero mondo di variabili biografiche, che richiede scelte altrettanto diverse e articolate su cui fondare un’autentica e adeguata libertà di scelta.
3 Intergenerazionalità:
La soluzione dei problemi della vecchiaia non può prescindere da una strategia di coinvolgimento globale della società nel mettere in campo le risorse della rete delle relazioni informali e di prossimità; la multigenerazionalità come risorsa e non come ostacolo.
Le politiche per l’habitat gerontologico adottate nei diversi Paesi europei possono essere tassonomicamente ricondotte ad alcune macro aree:
Singoli alloggi, di edilizia pubblica o privata, divenuti oggetto di specifici interventi di adeguamento.
Appartamenti individuali che, per scelta funzionale o per motivazioni sociali, si presentano accorpati in soluzioni residenziali di prossimità, più complesse e organizzate.
Soluzioni abitative con servizi di protezione a vario livello, realizzate sulla base di strategie operative diverse e con diversa intensità assistenziale.
Micro comunità organizzate su principi di co-housing, su base motivazionale o assistenziale;
Residenze comunitarie di media e grande dimensione, a vario grado di sanitarizzazione.
La frontiera avanzata dell’abitare anziano prevede insediamenti multigenerazionali in aree cittadine a diversa tipologia sociale e logistica, in cui gli appartamenti per anziani sono inseriti in ambiti residenziali caratterizzati da uno straordinario corredo di servizi sociali e comunitari di quartiere; uno spazio abitativo privato ridotto alle esigenze essenziali, che, all’apertura della porta di casa, si dilata nell’integrazione con il quartiere ricreato ad hoc, presidiato da servizi, facilitazioni e opportunità e contraddistinto da una ricca rete di supporti sociali e di vicinato.Un modello a cui tendere è il Quartiere Solidale.